Con le zampe legate e chiuso dentro una busta di plastica. E’ successo ieri a Pagani (SA), nei pressi della locale Caserma dei Carabinieri. Gli stessi militari, allertati dai passanti, hanno cercato di prestare i primi soccorsi avvisando l’ASL territorialmente competente. Per il cane non c’è stato però niente da fare. I volontari della Lega Nazionale per la Difesa del Cane, preso in consegna il povero animale, hanno fatto quanto umanamente possibile per poterlo salvare. Il suo cuore, però, non ha retto nonostante l’immediato ricovero in ambulatorio veterinario .
“Dentro quella busta – riferisce a GeaPress Teresa Salsano, responsabile operativa della Lega Difesa del Cane di Cava de’ Tirreni – deve essere rimasto per non poco tempo. Purtroppo, chi lo ha abbandonato in quello stato, ha avuto cura di nasconderlo tra la vegetazione“.
L’appello è ora rivolto a chi, riconoscendo quel cane, può fornire informazioni utili per risalire all’autore del tremendo gesto. La Lega Difesa del Cane è a disposizione per raccogliere le informazioni.
Per gli animalisti, intanto, non ci sono dubbi. Si tratta sicuramente di un essere spregevole che ha deciso di fare morire quel cane nella maniera più atroce possibile. Eppure, per altri casi noti in Italia di cani rinchiusi nei sacchi o addirittura seppelliti ancora in vita, gli autori poi rintracciati dalle Forze dell’Ordine si sono difesi sostenendo di aver creduto l’animale morto. Non si tratta di una stupida difesa. I reati di maltrattamento come di uccisione di animali, si applicano nel caso di condotte dolose. Occorre cioè la volontà di uccidere o maltrattare. Errori, negligenze e distrazioni, sebbene causa di gravi sofferente o morte, non sono puniti.
GeaPress
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