Tutto ha inizio nel gennaio del 1924, quando un professore dell’università di Tokyo, adotta un cucciolo di Akita bianco, a cui da il nome di Hachiko. Il professore abitando a Shibuya, ogni mattina si recava presso la locale stazione per raggiungere l’università di Tokyo in cui insegnava, accompagnato dal suo fedele cane. Hachiko, si era talmente abituato agli orari del suo padrone, che ogni giorno si recava alla stazione alle 3 del pomeriggio, orario in cui il treno riportava a casa il professore. Il 21 maggio del 1925 il professore viene colto da infarto e muore. Il cane che nulla poteva sapere, come al solito si reca alla stazione preparandosi ad accogliere con gioia il suo padrone. Nonostante la delusione del primo giorno, Hachiko si reca alla stazione anche il giorno seguente e quelli a venire, sperando che da un momento all’altro lo avrebbe rivisto. Inizialmente, nessuno da molta importanza a questo cane che si appostava alla stazione, ma il suo persistere, attira l’attenzione del capostazione e delle persone che abitualmente prendono il treno, tanto che iniziano a prendersi cura di lui. Ben presto tutti vengono a sapere il perchè di questo suo comportamento e la commovente storia di questo cane si estende a tutto il Giappone. Hachiko muore l’8 marzo 1935 all’età di 12 anni dopo aver atteso invano il suo padrone per 10 lunghi anni. A ricordo dello straordinario affetto del cane per il suo amato padrone venne eretta nel 1936 una statua a suo ricordo nei giardini della stazione di Shibuya e ogni 8 Marzo si celebra una giornata di lutto nazionale in suo onore. Questa commovente storia ci fa capire quanto smisurato possa essere il loro amore per i propri padroni e quanta sofferenza siano in grado di provare quando rimangono soli. Se solo potessimo percepire un millesimo del dolore che provano i cani abbandonati, sicuramente nessun uomo si azzarderebbe a fare un gesto così vile e ignobile.
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