In un primo momento tentarono di “giustificarsi” incolpando il povero cane di avere ucciso delle capre; provarono anche a definirlo ‘aggressivo’. In centinaia oggi a Sangineto, “Uniti per Angelo”, ad urlare per lui.
SANGINETO (CS) – Quello che questi 4 quattro ragazzi hanno fatto, non è e non sarà mai “giustificabile”. E la pensano così (e non solo loro), le centinaia e centinaia di persone che nel pomeriggio hanno preso parte alla manifestazione per Angelo, invadendo letteralmente Sangineto, provenienti, non solo dalla provincia di Cosenza, ma da tutta la Calabria. E in tanti sono arrivati anche da fuori regione. Un urlo per Angelo, chiamando il suo nome, urlando per lui e per avere giustizia. Perché quel randagio bianco non meritava assolutamente, meno di altri essere umani, di venire torturato, impiccato e preso a bastonate… il tutto filmando quell’orrore con il telefonino fino alla sua morte. [GARD align=”center”]Una folla si è riversata nella cittadina tirrenica per esprimere sdegno, che non è solo delle tantissime associazioni presenti e dei volontari che operano per difendere i diritti e la vita degli animali, ma di tutti coloro che, semplicemente, hanno rispetto per la vita: perché umana o animale, è vita. Dalla città di Cosenza, intorno alle ore 16.00, all’appuntamento all’ingresso dell’autostrada A3 a Cosenza Sud, per partire alla volta di Sangineto, erano circa in 300. A loro si sono uniti tantissimi manifestanti arrivati da tutta la Calabria e dalle regioni limitrofe per prendere parte al corteo simbolico e pacifico, per chiedere giustizia e pene esemplari per i quattro balordi protagonisti del becero ed efferato delitto. A quasi un mese da quel giorno, non si è affievolito l’eco. “Uniti per Angelo… anche noi urliamo” è la frase che da settimane rimbalza sui social network. Contro quei 4 ragazzi, è stata addirittura lanciata una petizione online, con l’obiettivo di chiedere pene esemplari, ma sopratutto che siano applicate. La legge punisce per il reato di uccisione di animali (Art. 544-bis) “chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagioni la morte di un animale” con la reclusione da quattro mesi a due anni.
E ancora, per il maltrattamento di animali l’articolo 544 ter. del Codice penale prevede, per chi con crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione ad un animale, ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o a fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche, è punito con la reclusione da tre a diciotto mesi, o con la multa da 5.000 a 30.000 euro. I quattro ragazzi, dei quali non faremo i nomi e non pubblicheremo i volti solo perchè è la Giustizia che li ‘tutela’, sono stati denunciati e sul caso hanno avviato le indagini i carabinieri. E la protesta di oggi è scaturita anche dalle parole del primo cittadino, l’avvocato Michele Guardia, che secondo molti avrebbe tentato di abbassare i toni sulla bufera scatenata intorno alla vicenda, quasi giustificando come una ‘bravata’ il brutale gesto dei suoi concittadini. I manifestanti raccontano di finestre chiuse dai palazzi nel corso del loro passaggio, e solo in pochi hanno inteso ‘urlare’ per Angelo. (Da quicosenza.it)
(Speriamo vivamente che prendano il massimo della pena, anche se ci sembra davvero molto poco, è ora di rivedere questa legge. anche se noi auguriamo a questi mostri tutto il peggio si puo avere nella vita)
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