David Backes è andato a Sochi, in Russia, sperando di riportare a casa con la sua squadra olimpica americana di hockey una medaglia d’oro. Invece, è tornato con Sochi Junior e Sochi Jake. La squadra di hockey su ghiaccio degli Usa è tornata dalle Olimpiadi invernali di Sochi senza medaglie d’oro, ma con qualcosa di più. Due cani. Piccoli, di 3 e 4 mesi, salvati dall’incubo di Sochi dal capitano della nazionale e dei St. Louis Blues David Backes e da sua moglie Kelly che li hanno tirati su e portati con sé a casa, in aereo, verso quello che sta per diventare il loro nuovo paese: gli Stati Uniti. David e Kelly Backes all’arrivo hanno raccontato alla Cbs che i cani stavano girovagando spauriti (come tutti i cani sopravvissuti a Sochi) intorno all’albergo dove erano sistemate le famiglie dei giocatori. Giorno dopo giorno la coppia si è affezionata a Sochi Junior e Sochi Jake (come i Backes li hanno chiamati). E li hanno imbarcati in aereo, non senza qualche difficoltà, con le necessarie scartoffie. Per ottenerle sono stati aiutati dalle coppie dell’ala della nazionale canadese Jeff Carter e del difensore Drew Doughty.
“Queste due vite non avranno forse un grande impatto rispetto alla popolazione di randagi di Sochi, lo sappiamo – hanno dichiarato i Backes ai reporter all’arrivo – ma la storia che possono raccontare può essere d’esempio per qualcosa che può moltiplicarsi esponenzialmente”. I due, che hanno fondato a novembre Athletes for Animals, hanno già a casa quattro cani randagi e due gatti. Sochi Junior e Sochi Jake staranno in quarantena per un mese al Five Acres Animals Shelter di St. Charles in Missouri, in attesa di poter raggiungere la nuova casa in America.
Una bella storia tratta da “Seconda zampa”
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