
Quando nessuno lo cercava più, quando ormai si era assopito lo sconcerto e il dispiacere per la sua scomparsa, Ronny è tornato a casa. Ed ecco la sua storia. Nell’estate di 10 anni fa Ronny era un cucciolo di Labrador con l’argento vivo nelle vene, affettuoso, travolgente e per nulla diffidente. Bastava che qualcuno aprisse lo sportello dell’auto perché lui balzasse dentro pronto a farsi scarrozzare. Ed è proprio questo che ha dato una svolta alla sua vita già tracciata tra coccole e scorazzate nel parco che cinge la casa dei suoi padroni.
Qualcuno ben poco rispettoso della vita di un animale e dei suoi padroni che lo hanno voluto ed amato, ha approfittato della sua esuberanza e se l’è portato via. Ronny oltreché essere un cane di razza, dieci anni fa era lustro, grassottello e molto simpatico. Perché non approfittare della sua ingenuità, deve essersi detto colui che si è improvvisato nuovo padrone? Come si saprà poi Ronny è finito in una casa in collina dove, però – a giudicare dalle condizioni in cui è stato ritrovato qualche giorno fa – non ha vissuto un’esistenza facile. Ma nel crepuscolo della sua vita da cane il destino lo ha messo davanti ad un’altra curva.[GARD align=”center”]
Trovatolo sfinito, ammalato e ormai vecchio, un giovane che ha a cuore la sorte di queste meravigliose presenze nella nostra vita che sono gli animali,lo ha raccolto credendolo sperduto e ben poco amato da chi lo teneva alla catena e, da persona accorta e amorevole, lo ha portato dal veterinario che si è reso conto che Ronny ha un microchip che lo lega al suo padrone. Il suo vero padrone, quello che per giorni dieci anni fa lo aveva cercato nelle vicinanze di casa e anche più in là. Di lì a chiamarlo è stato un attimo. «Qui c’è il suo cane Labrador, può venire a prenderlo…». Quale cane? Sì, lui, quelLabrador scomparso 10 anni fa nel rammarico e nella frustrazione. Cosa avrà pensato Ronny alla vista del suo antico padrone? Troppo piccolo all’epoca della scomparsa per riannodare in un attimo l’antico legame, e poi l’energia per zampettare felice se n’è andata con gli anni: ha le zampe malmesse, una malattia della pelle, i muscoli flaccidi e gli occhi tristi.
Ma il luogo dove ha passato i suoi primi anni briosi sì, pare che l’abbia riconosciuto, tant’è che si è lanciato in una serie infinita di marcature del territorio. «Questa è la mia casa, e di qui non me ne vado più…», deve aver pensato, anche perché nella sua vecchiaia ormai avanzata ha bisogno di cure, amore e tranquillità, in attesa di quel riposo infinito a cui anche i cani hanno diritto. L’emozione del padrone invece è stata profonda e ancora non si capacita dei giri del destino che gli hanno riportato questo speciale figliol prodigo. (Fonte: Il Resto del Carlino)[GARD align=”center”]
Views: 32